Crollo pensioni anticipate e assegni più bassi: COME TUTELARSI?

Le pensioni anticipate stanno diventando sempre più difficili da ottenere. Secondo il Monitoraggio Inps sui flussi di pensionamento, nel primo semestre 2025 sono state liquidate 98.356 pensioni prima dell’età di vecchiaia: –17,3% rispetto alle 118.550 dello stesso periodo del 2024.

Anche l’importo medio percepito da chi riesce ad anticipare l’uscita si è assestato intorno a 2.076 euro lordi al mese, ma si tratta di un dato che riguarda una platea sempre più ristretta.

A pesare su questo scenario è l’introduzione, dal 2024, del calcolo interamente contributivo per chi sceglie Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi).

Un sistema più penalizzante rispetto al metodo misto o retributivo, perché l’assegno viene calcolato solo sulla base dei contributi versati: meno contributi = pensione più bassa.

Il risultato è chiaro: pensioni anticipate in calo e uscita dal lavoro sempre più lontana per migliaia di lavoratori.

Situazione ancora più critica per le donne. Non solo l’assegno medio degli uomini vale 1.449 € contro 1.009 € (un gap del 30%) ma si registra il crollo di Opzione Donna. Nel primo semestre 2025 sono state liquidate solo 1.134 pensioni tramite questo strumento, quasi la metà rispetto al 2024, confermando un trend di forte riduzione delle possibilità di anticipo per le lavoratrici.

Una mano tesa dai fondi pensione…

La Legge di Bilancio 2025 introduce però un’opportunità interessante, soprattutto per chi rientra nel sistema contributivo puro (ovvero chi non ha versato contributi prima del 1996).

Dal 1° gennaio 2025, chi aderisce a un fondo pensione potrà utilizzare la rendita maturata per raggiungere più facilmente le soglie richieste per la pensione anticipata.

In pratica, i lavoratori con almeno 20 anni di contributi e 64 anni di età potranno combinare il montante INPS con il valore della rendita del fondo pensione per soddisfare il requisito minimo: 3,2 volte la pensione sociale. Un vantaggio concreto per chi rischia, con le sole regole INPS, di lavorare più a lungo e percepire un assegno insufficiente.

Un nuovo modo di progettare il futuro

Siamo di forte ad uno scenario che mette in luce una tendenza ormai evidente: lo Stato sta “chiedendo” ai cittadini di affiancare alla previdenza pubblica strumenti di previdenza complementare e prodotti assicurativi per mantenere un livello di welfare adeguato.

Aderire a un fondo pensione o costruire un piano di investimebnto assicurativo significa pianificare oggi un futuro più sereno, sia per anticipare l’uscita dal lavoro, sia per garantirsi un assegno pensionistico più adeguato.

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