Obbligo di assicurazione contro le calamità: l’opportunità oltre l’imposizione

Il valore complessivo a livello mondiale dei danni dovuti ad eventi catastrofali raggiunge quota 110 miliardi di euro. Un dato impressionante che comprende i 378 eventi metereologici con conseguenze dannose per i territori registrati in Italia nel 2023: un incremento del 22% in un solo anno. Una progressione costante che porta ad un totale di circa 1.320 episodi dal 2010 ad oggi.

Numeri da record a cui corrispondono pesanti danni in termini di vittime, ricadute sociali ed economiche. A fronte di un trend in crescita e decine di miliardi di euro di perdite per il comparto produttivo, la sola Coldiretti denuncia 6 miliardi alle infrastrutture e alle coltivazioni solo nel 2023, solo il 7% delle aziende risulta assicurata contro eventi di questo tipo.

Nulla di nuovo in Paese fortemente sottoassicurato nel suo complesso, ma basterebbe pensare al fatto che un'impresa su tre sarebbe esposta a perdite economiche a causa di fenomeni naturali per rendersi conto che siamo di fronte ad un cortocircuito.

E’ questo il contesto in cui il Governo, con la legge di bilancio 2024, ha deciso di rendere obbligatorio per tutte le imprese, con sede in Italia o che operano stabilmente nel nostro Paese, stipulare un’assicurazione contro danni ai beni in occasione di eventi calamitosi e catastrofali (terremoti, frane, alluvioni, inondazioni ed esondazioni).

La norma fissa la scadenza del prossimo 31 dicembre per adempiere all’obbligo e dotare di adeguata copertura terreni, fabbricati, impianti, macchinari, attrezzature industriali e commerciali.
Sono previste sanzioni pecuniarie, da 100 a 500 mila euro, per le aziende che scelgono di non assicurarsi e, inoltre, le stesse potranno essere escluse “dall’assegnazione di contributi, sovvenzioni ed agevolazioni di carattere finanziario a valere sul bilancio dello Stato, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali”.

Una scelta che non ha mancato di sollevare polemiche e levate di scudi delle associazioni di categoria, ma che può rappresentare l’opportunità di considerare, a costi contenuti, una serie di coperture e soluzioni su misura per la propria impresa. Pur comprendendo il generale malessere, aggravato dalla sensazione di ulteriori ingerenze nella strategia e nelle scelte imprenditoriali, una valutazione sullo stato complessivo delle proprie coperture assicurative apre uno scenario che può comprendere prodotti per la tutela dell’imprenditore, della forza lavoro, del welfare, dello stesso business e persino il welfare aziendale: con un investimento minimo è possibile migliorare significativamente la propria attività